Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento consiste in una difficoltà ad apprendere e ad automatizzare le abilità di lettura, scrittura e calcolo e si manifesta in assenza di difficoltà cognitive, sensoriali, neurologiche e ambientali. Questi soggetti presentano quindi un’intelligenza nella norma. Questa disabilità espone le persone che ne sono affette a ripetuti insuccessi scolastici minando l’autostima e il senso di autoefficacia. Numerosi studi sostengono che questo disturbo presenti una base biologica. La diagnosi di DSA può essere effettuata dallo psicologo, dal terapista della neuro psicomotricità, dal logopedista e dal neuropsichiatra infantile sulla base di test standardizzati. Si parla di Disturbo Specifico di Apprendimento esclusivamente quando dai risultati dell’indagine emerge un buon funzionamento intellettivo generale a fronte di uno sviluppo delle abilità di lettura, scrittura e calcolo notevolmente inferiore (-2Ds) a quello atteso per l’età. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità fanno parte del Disturbo Specifico di Apprendimento:
- la Dislessia: si manifesta come un’impossibilità ad automatizzare i processi che consentono di leggere (decodificare il linguaggio scritto) in maniera fluida e corretta; la lettura pertanto risulta lenta e inaccurata. Gli errori più frequenti possono riguardare singole lettere o possono coinvolgere la struttura della parola. Per un bambino dislessico leggere e scrivere gli costa molta più fatica e impegno, quindi si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro con i programmi. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attività mentali come quelle mnemoniche.
- la Disortografia: consiste in una difficoltà a rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto e a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici. I sintomi della disortografia possono essere: omissioni di grafemi o parti di parola (es. camica per camicia), sostituzioni di grafemi (es. vaccia per faccia), inversioni di grafemi (es. spicologia per psicologia). La disortografia solitamente si associa a difficoltà di linguaggio, scarse capacità di percezione e discriminazione visiva e uditiva, organizzazione e integrazione spazio-temporale non ancora acquisita, processo lento nella simbolizzazione grafica, dominanza laterale non adeguatamente acquisita.
- la Disgrafia: consiste in una difficoltà ad acquisire ed a gestire in modo fluido i pattern motori che consentono di realizzare graficamente le lettere. Essa si caratterizza in una cattiva resa formale del tratto grafico con una scrittura poco chiara e disordinata; Viene individuato solitamente dagli insegnanti in quanto si manifesta con scarsa leggibilità della scrittura, lentezza e stentatezza, disorganizzazione delle forme e degli spazi grafici, scarso controllo del gesto, confusione e disarmonia, rigidità ed eccessiva accuratezza, difficoltà nell’atto scrittorio in presenza di crampi o dolori muscolari. La disgrafia tende a peggiorare nel tempo se non viene individuata e incide negativamente sul rendimento scolastico, portando il bambino che ne è affetto a scoraggiarsi e demotivarsi. La mano dei bambini disgrafici scorre con fatica sul piano di scrittura e l’impugnatura della penna è spesso scorretta con una pressione della mano non adeguata. Il bambino disgrafico presenta difficoltà notevoli anche nella copia e nella produzione autonoma di figure geometriche e spesso il livello di disegno è inadeguato all’età. La copia di parole e di frasi è scorretta e copiare dalla lavagna è ancora più difficile, in quanto il bambino deve portare avanti più compiti contemporaneamente. Spesso questi bambini faticano a capire la propria scrittura, per questo difficilmente individuano gli errori anche in un secondo momento di verifica.
- la Discalculia: viene definita come un disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche, che si sviluppa in bambini privi di deficit cognitivi o neurologici. Queste persone non riescono a riconoscere i simboli numerici, non comprendono i termini o i segni aritmetici, hanno difficoltà ad allineare correttamente i numeri o i simboli durante i calcoli e a comprendere quali numeri sono pertinenti al problema aritmetico che stanno svolgendo. Spesso hanno anche difficoltà a memorizzare la tavola pitagorica con conseguente difficoltà ad eseguire correttamente moltiplicazioni e divisioni. Si potrebbero riscontrare alla base difficoltà di orientamento spaziale e di organizzazione sequenziale che si evidenziano sia nella lettura che nella scrittura dei numeri (es. il numero 9 viene confuso con il 6; il 3 viene scritto al contrario).